Cesare Terzoni
Nato nel 1897
Morto nel 1976
Figlio di Aurelio Terzoni e abitante di San Felice (zona La Torre), fu poeta di grande fascino.
Una raccolta delle sue poesie è raccolta nel volume “Satrie Bernascanti marchigiane” del Comune di Ferrara – Centro di Documentazione Storica, realizzato con la collaborazione del figlio Emiliano Terzoni e la nipote, Mariella Terzoni.
La prefazione, di Gian Paolo Borghi apre il libro per poi lasciare spazio all’omaggio a Cesare Terzoni e alle tre poesie:
- “La seconda guerra mondiale”
- “Sassoferrato, la perla sentina”
- “Canzone, di Cesare Terzoni”
Lasciamo spazio alla prefazione introduttiva di Gian Paolo Borghi, che racconta in modo completo la vita e le opere di Cesare Terzoni, e successivamente, alle sue Poesie.
Questo secondo “Quaderno” dedicato alla poesia popolare marchigiana in ottava rima consolida l’ormai pluriennale collaborazione tra le istituzioni locali ferraresi e la Comunità marchigiana di Ferrara/Pontelagoscuro.
L’antologia pubblicata nella presente proposta editoriale privilegia, a titolo esemplificativo, alcuni testi della produzione di Cesare Terzoni (1897-1976) che, per decenni, fu tra i protagonisti delle gare estemporanee nelle osterie di Sassoferrato e del suo hinterland, vere e proprie “fucine” di poesia popolare. Figlio di Aurelio, altrettanto apprezzato localmente per le sue qualità di poeta “a braccio”, sin da giovane dimostrò il suo estro “duellando” senza timore con compaesani e forestieri e contribuendo a perpetuare una tradizione di grande spessore culturale avente, come scrive un autorevole studioso di questa tematica, “sette secoli di continuità strutturale, stilistica e tematica che, a partire dai cantari di piazza del ’300, ce la fanno ritrovare a tutt’oggi intatta, patrimonio vivace ed esclusivo di poeti popolari in tutta l’Italia centrale”.
Originario di San Felice di Sassoferrato, soldato nella Grande Guerra, come Natale Crescentini e tanti altri suoi compaesani fu costretto, per lungo tempo, ad una dura emigrazione in terre lontane. Già negli anni Trenta Cesare Terzoni si era trasferito in Francia come minatore. Ricorda a tale proposito, il figlio Emiliano: “Lavorava nelle miniere di ferro nella Francia del nord con altri italiani, polacchi e di tutto il mondo“.
Autodidatta, lesse con passione i grandi poeti Classici e, con ogni probabilità, venne pure a contatto con quel repertorio letterario definito “muricciolaio”, oppure “a due soldi”, stampato su libretti popolari e Capillarmente diffuso dai cantastorie o da altri venditori girovaghi.
Gli eventi bellici e varie vicissitudini (non ultime le sue esperienze migratorie) non ci hanno consentito di poter disporre di un’esaustiva elencazione delle sue letture. L’amico-rivale Oreste Crescentini, in una sua già nota corrispondenza, peraltro così scrisse ad un altro amico improvvisatore:
“Eccomi qui pronto e di parola ad inviarti alcune note STORICHE E… LEGGENDARIE, unitamente ad alcuni SAGGI BIBLICI che, oltre ad essere istruttivi, possono esserti utili per rispondere o formulare delle domande in campo poetico dato che so che anche tu ci tieni.
Premetto che sia in campo BIBLICO che STORICO E LEGGENDARIO, alcune cose le saprà anche lo “ZUCCA” e altri “POETUCOLI” ma il più che la saprà lunga sarà certamente il Terzoni dato che io so e sento dai suoi scritti che ha letto molto anche lui”.
La sua vena di improvvisatore, misurata pure con poeti popolari toscani ed abruzzesi (“e dicevan: ‘coi il Terzoni ‘non c’è gnénte da fare!), non venne scalfita dalla sua lunga emigrazione in Francia ed in Svizzera che, a fasi, si protrasse fin verso gli anni cinquanta.
Tranne alcuni rari esempi (“Il prete della città di Castello” la scrive in Francia), le composizioni di Cesare Terzoni giunte a noi in forma scritta ed oggetto di trascrizioni sue o di suoi familiari risalgono a tempi relativamente recenti e possono essere ora consultate grazie alla sensibilità del figlio Emiliano e della nipote Mariella.
Omaggio a Cesare Terzoni di Oreste Crescentini
La ricerca incentrata sulle sàtrie di Oreste Crescentini ha avuto pure il merito di metterci a conoscenza di un altro poeta locale, Cesare Terzoni. Un approfondimento dell’inchiesta attraverso le fonti orali ha consentito di stabilire che Terzoni era il più incisivo ed efficace nel cantare alla poeta (ovvero nell’improvvisare) nelle osterie del nostro territorio. Cesare Terzoni aveva incontrato Oreste Crescentini nell’osteria di Varano a Catobagli di Sassoferrato il giorno di S. Barbara, 4 dicembre, nei primi anni ’50, ed era rimasto colpito dalla sua genialità e dalla facilità con cui recitava i versi epici dei poeti antichi, tanto che dal Canada, sua terra di emigrazione, lo cercò per avere con lui corrispondenza.
Hai mai più avuto incontri con quel tale
che a San Felice tiene residenza,
è un uomo veramente geniale
e di bernesco e storia non è senza.
Io dico quel Tersoni con il quale
a Catobagli feci conoscenza
il quattro Dicembre d’un giorno lontano
la dentro all’osteria di quel Varano.
Cantammo noi d’Isotta e di Tristano
e di Giuletta e la dolente Pia,
e di Francesca che morì per mano
di Lancillotto accecato dalla gelosia.
Pure all’Eneide di quel Mantovano
facemmo una discreta scorreria,
e ci arrestammo la dove Didone
s’invaghisce del troian campione.
Se mai propizia avesti l’occasione
vorrei pregarti d’una cortesia,
di far tanti saluti a quel Tersone
e dirgli d’inviarmi una poesia.
Mentre per lui sarà una distrazione,
gradita viene assai da parte mia,
e di dargli risposta prendo impegno
se la sua stima mi ritiene degno.
Questi versi ci hanno spronato l’anno scorso, nel mese di Agosto, insieme ad Orfeo Crescentini, figlio dl Oreste ad andare a San Felice, un paesino arrampicato sui monti intorno a Perticano, per cercare tracce delle Satrìe di Terzoni. In questa piccola località abbiamo incontrato Emiliano, figlio di Cesare e siamo stati ore ed ore ad ascoltarlo nel ricordare suo padre, della sua vita di emigrante in Francia e delle sue scorrerie nell’arte della poesia improvvisata:
“Quando c’era uno Sposalizio, o una cerimonia, ’na festa, lo chiamavano a babbo per cantare e giù sfide con quello e con quell’altro, e lui poi le diceva le cose, proprio come stavano, sulla guerra, sulla politica, il governo, il Vaiont… Babbo era forte ma nonno, suo padre, dicevano che era ancora più forte…”
E d’augurarsi che questa cultura popolare non subisca il facile destino di andare distrutta e la pubblicazione di questi opuscoli possa contribuire al loro recupero e portare alla conoscenza di altri autori, vissuti sia in quest’area geografica, sia in altri territori in cui l’ottava rima era la “principessa” della poesia popolare.
Guido Guidarelli Mattioli
Altre opere di Cesare Terzoni:
Omaggio a Cesare Terzoni
Cesare Terzoni, costretto ad una dura emigrazione come minatore a ferro in Francia e in Svizzera, dove ha conosciuto altri italiani ed emigranti di tutto il mondo. “Poeta a braccio”, fin da giovane dimostrò il suo estro “duellando” senza timore in ottava rima con compaesani e forestieri. Autodidatta, lesse con passione i grandi poeti classici. I poeti popolari toscani ed abbruzzesi dicevan: “col Terzone non c’è gnente da fare!”
Graziano Ligi
Che bella cosa che ho visto oggi pubblicata. Ti sono grata per tutto ciò.
Sappi che ho un altro libro di satire pubblicato circa tre anni fa.
Cari saluti
Nipote Mariella
Ciao Mariella, grazie mille a voi per aver fatto il lavoro duro di renderle disponibili e pubblicarle. Mi piacerebbe molto se tu riuscissi a fornirmi copia del libro al nostro prossimo incontro a San Felice, per renderla disponibile a tutti tramite questo sito. A presto!