Poesia di Cesare Terzoni: Andando un giorno al seggio elettorale

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Se n’canta i galli, canteremo noi capponi.
(Cesare Terzoni)

Andando un giorno al seggio elettorale
Occhio alla penna mi disse un signore
Che da quella proviene il bene e il male
Attento di non fare qualche errore.

E cerca di guardarti il capitale
Che ti ha lasciato il morto genitore
Che se avranno il comando i scalmanati
Dei beni nostri saremo privati
Banda di arraffacani svergognati

Risposi io con viso molto schietto
I lavoranti li avete affamati
Ora li dividete per diletto.
Voi con i vostri ventri rigonfiati
Dove letame e vermi hanno ricetto

State inneggiando la democrazia
Poi la tradite per qualunque via
Cosí l’intruso se ne scappò via
Sentendo la risposta sconcertante
Senza dare commiato a chi che sia
Quando ha compreso chi c’avéa davante

Parassitaria di una borghesia
Che andate in cerca dell’uomo ignorante
Senza punto guardare agli orizzonti
Che sta passando il secolo dei tonti

E voi con nuove insidie siete pronti
Sfruttando poco piú gli agricoltori
Che spopolati hanno lasciati i monti
E non godete piú dei suoi sudori
sempre pronto mirare agli orizzonti.

Vedovi i campi e mai piú sotto i ponti
Passerà l’acqua pei vostri tesori
Cosí domato fu il ladron terriero
Dopo che cadde monarchia ed impero

Però giunti ancor non sono a zero
Perché han messo le man nella finanza
Governàno i tesori del mondo intero
Pronti a negarti quel che a lor gli avanza

Il trofeo d’avarizia han per cimiero
Odiano il lavorante a tracotanza
Se non gli frutta piú tanto i terreni
Hanno messo le man sugli altri beni.

  







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