Allenamento per la Super Maratona dell’Etna
Ho fatto una sciocchezza. Oggi, 3 gennaio 2016 ho finalizzato l’iscrizione alla Super Maratona dell’Etna dell’11 giugno 2016. Una gara oltre le mie possibilità.
L’iscrizione è stata appena confermata dall’organizzazione.
Sono ufficialmente il pettorale #14.
Una gara decisamente oltre le mie possibilità. Mi alleno con costanza e in pianura (Roma) da luglio 2015 e con fatica riesco a completare una mezza maratona in 2 ore e 20 minuti.
Come posso quindi raggiungere la vetta dell’Etna (3000 metri) partendo dal lungo mare di Marina di Cottone (0 metri sul livello del mare) correndo per 43 chilometri nella maratona più ripida al mondo?
Soprattutto… riuscendo a fare quanto sopra entro le 7 ore e 30 minuti massime concesse per essere considerato “arrivato”?
Semplice: fallirò.
L’impresa è destinata a fallire ed il calcolo che lo dimostra è semplice:
Tempo massimo per completare la gara: 7:30 ore
450 minuti / 43 km = 10,46 minuti al chilometro. Questo andamento va tenuto per 7 ore e mezza senza mai scendere sotto tale media e senza mai fermarsi. Ne deriva che una buona soglia di sicurezza, che contempli 30 minuti di emergenza (pochi a mio avviso) è quella di cercare di chiudere il percorso in 7 ore (420 minuti).
420 minuti / 43 km = 9,76 minuti al chilometro, ossia 6,14 chilometri orari, da mantenere per 43 chilometri, per 7 ore senza MAI fermarsi o rallentare.
Questo ritmo è oggi per me è sostenibile per al massimo 2 ore e 30, molto lontano dalle 7 per cui dovrei presentarmi tra 6 mesi alle pendici del vulcano.
Ci proverò lo stesso.
Non sono un maratoneta esperto. Ho meno di 1 anno di corsa sulle spalle (ho iniziato a correre quotidianamente da metà giugno 2015, quindi a 12 mesi dalla maratona Etna 2016). Al momento in cui scrivo (inizio gennaio) ho all’attivo 3 mezze maratone con tempo di 2:20 e una decina di gare da 10km, chiuse con tempi che vanno dai 54 minuti ai 61 minuti.
Sono quindi un corridore di medio-basso livello.
Perché allora scegliere un obiettivo così difficile e improbabile da raggiungere?
- le sfide dure sono interessanti, anche se possono terminare con alta probabilità con un fallimento.
- Amo la Sicilia e i suoi due vulcani, su cui ho già in passato fatto trekking.
- Ho visto troppe volte “il signore degli anelli” e ho sempre pensato che sarebbe stato bello nella vita riuscire a ripercorrere il suo viaggio.
Ho quindi deciso di portare con me il mio anello e proseguirò oltre il traguardo per gettarlo nel foro in cima alla montagna.
Tutto questo nasconde forse il vero motivo, ossia di accompagnare questi 6 mesi di lavoro, famiglia e impegni, con un obiettivo in più. Svegliarsi la mattina, quando si ha un obiettivo sfidante in testa, porta la giornata, le settimane ed i mesi che ti separano dall’obiettivo ad assumere maggior valore. A volte il lavoro procede bene e serve un po’ di thrilling in più Forse è questo il vero motivo.
Come in un viaggio, il raggiungimento della meta è solo una piccolissima parte dell’esperienza che ci si appresta ad intraprendere. Quel giorno che passerò a correre sull’Etna sarà solo l’ultimo di una lunga serie che avrò corso.
Prima di procedere con il rendiconto degli allenamenti però, cerchiamo di capire meglio cos’è la super-maratona dell’Etna.
Cos’è la super-maratona dell’Etna?
Si definisce super-maratona in quanto non può essere considerata né una maratona normale (anche perché è di 1 km circa più lunga), né un’ultra maratona (che di norma si snoda su percorsi decisamente più lunghi delle maratone normali). Non è comunque una maratona normale poiché è caratterizzata da un dislivello folle (7% medio).
La definizione di super-maratona viene infatti concepita esclusivamente per questo evento, che nel 2016 toccherà la 10° edizione, con una formula a numero chiuso di 500 partecipanti.
L’avvio della gara è sul lungo mare della “Marina di Cottone” e termina sul versante nord del vulcano, a quota 3000 metri.
L’altimetria è decisamente preoccupante. Solo ed esclusivamente salita. Non un pezzo in discesa se non per qualche decina di metri trascurabili.
In particolare, la gara può essere suddivisa in tre tappe:
- fino alla località Piedimonte Etneo in cui la salita è costante ma blanda;
- da Piedimonte Etneo fino a Piano provenzana, in cui la salita è caratterizzata da una pendenza maggiore rispetto al punto precedente;
- da Piano Provenzana all’arrivo (dal 33° Km in poi), in cui si corre su strada lavica con una pendenza media dell’11%. Come ricorda la guida escursionistica dell’Etna Pippo Pistarà, LAVA = VETRO, quindi preparatevi a dire addio alle vostre scarpe da corsa a fine gara (cosa che posso confermare personalmente per esperienze di trekking sull’Etna e sullo Stromboli.
Trovare una quadra nella scelta del tipo di allenamento
Vivendo a Roma, mi sono posto il primo problema relativo alle salite, praticamente assenti nella zona in cui vivo (vicino al mare), e quindi alla difficoltà di praticare un allenamento corretto per allenare i muscoli che servono per la salita.
Ho quindi acquistato un tapis roulant per potermi allenare in pendenza fissa. Ho preso un TX Fitness 10500 dalla Tapisroulantstore.it che mi ha fornito la consulenza per l’acquisto migliore per il tipo di obiettivo e per la mia stazza (sono un bisonte di 185 cm per 85 kg di peso). Si tratta di una macchina grezza da un punto di vista di finiture estetiche ma con un motore ultra-potente a corrente alternata (fondamentale per poter fare allenamenti lunghi) e garantito 5 anni (cosa impossibile da ottenere con altri tapis roulant di pari prezzo o prezzo anche maggiore!).
Ho quindi mantenuto allenamenti su strada in pianura e sul tappeto con varie pendenze.
La salita dell’Etna ha una pendenza come quella mostrata qui sotto, lieve all’inizio (5%) e incrementale da metà percorso fino alla fine, quando il dislivello diventa sempre maggiore mano mano che si procede con i chilometri fino a raggiungere il 10,5%. La pendenza media è però del 7% e corrisponde alla linea tratteggiata.
Ho quindi deciso di impostare gli allenamenti sul tappeto con questa pendenza e ho iniziato un ciclo di allenamenti che di seguito vi riporterò, al fine di lasciare una memoria che potrà tornare utile se riuscirò davvero a chiudere la super-maratona, o che potrà essere un monito a tutti coloro che come me hanno esagerato, cercando di battere un nemico troppo oltre le proprie possibilità.
L’allenamento
L’allenamento è ufficialmente iniziato il 1° gennaio 2016 e può essere descritto come di seguito. Principalmente ho utilizzato (sto utilizzando visto che scrivo questo articolo proprio durante il periodo di allenamento) il tapis roulant per gli allenamenti in salita ma anche per quelli in pianura, onde evitare di allenarmi all’aperto in inverno, cosa che non so per quale motivo, sembra produrre raffreddori invalidanti troppo spesso sul mio fisico.
Elencherò qui di seguito gli allenamenti svolti dal 1° gennaio fino alla data fatidica. In mezzo ci ho inserito anche alcune piccole gare a cui ho preso parte. Vi racconterò anche lo stato mentale e i progressi raggiunti nelle fasi di allenamento, così come gli esercizi suggeriti da podisti più o meno noti.
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