San Felice 1803 – Lettera degli abusi morali commessi dalla popolazione

Nell’archivio storico della Diocesi di Nocera Umbra è presente un documento datato 1803 località di San Felice, di mittente ignoto e destinato ad un Illu.mo (Illustrissimo) ignoto, presumibilmente il referente superiore dello scrivente, cui lo scrivente segnala i comportamenti di bassa morale delle donne e degli uomini di San Felice, proponendo una penale da applicare ai paesani per ciascun tipo di illecito commesso. Le parole in rosso sono quelle che non risultano chiare per motivi calligrafici.

E’ gradito qualsiasi suggerimento per interpretare la parte di testo indecifrata, resa già ottimale grazie al contributo di Renzo Franciolini, giunto in soccorso nel commento all’articolo, e che ringraziamo.

Il mittente non è il parroco di San Felice, poiché dal 1797 a 1804 è stato a capo della parrocchia tale Don De Turzi, che non risponde alla firma del documento, di un tale “Niccolò Luigi (o Ligi)“.

Gli errori di sintassi e ortografia sono volutamente mantenuti.

Contenuto del documento

Illu.mo eRomo Ligo Ligi Oni Colmo

Abbusi, che serpeggiano nella Parrocchia di San Felice

1. L’abbuso dell’imprecazione = Il rimedio più opportuno a mio giudizio sarebbe che V. S. Illuma e Rev.mo (Vostra Signoria Illustrissia e Reverendissima) multasse d’una pena pecuniaria da erogarsi in quella chiesa di quel luogo dove si commettono dai delinquenti e delinquente tali eccessi per ogni volta che giunge a Sua una notizia, o del tribunale, o del proprio parroco.

2. L’abbuso perniciosissimo delle veglie e dell’andare le ragazze femine girandolone nel buio della notte, e trattenersi l’ore intere per li vigoli in discorsi osceni ed in motteggi scandalosi coi loro innamorati = il rimedio potrebbe esser molto a proposito la proibizione stretta di non lasciarle mai uscire di notte sotto pena l’una multa come sopra a su’arbitrio.

3. L’abbuso d’andare le ragazze femmine al monte ed alla “pesca”, e specialmente di notte, e coll’accompagnio di uomini = il rimedio più ottimo per ottenere l’impedimento sarebbe parimente d’una multa come sopra a su’arbitrio.

4. L’abbuso di portare la Rete o berrette in chiesa e specialmente in tempo di sagre funzioni, come ancora lo starsene fuori dirimpetto alla chiesa a trattenersi in ciancie inutili, in tempo e che s’esercitano le scute come sarebbe il santo rosario, la dottrina cristiana o altre sacre funzioni = il rimedio per ciò impedire potrebbe essere d’una multa per ogni volta a su’arbitrio da erogarsi in quella chiesa ove commettonsi le suddette mancanze.

5. Abbuso intorno ai morti = V.S.Illumma e Roma deve, (in occasione del morto) obbligare sotto la stessa pena di multa come sopra tutte le rispettive famiglie a portarsi uno, od una (abile a a portare il feretro) di dette famiglie alla chiesa immediatamente al segno della campana, per andare processionalmente colla Croce a prendere l’estinto cadavere che fino a questo punto non la mai nessuno usato, o se mai qualcuno v’è intervenuto, è andato abusivamente alla casa dove giaceva il cadavere; di maniera che al parroco per esser solo gli è convenuto portare da se stesso la croce ed il secchiello dell’acqua santa con il suo aspergillo.
Giunto colà gli è convenuto trattenersi per qualche tempo per mancanza di persone abili a portare il feretro.

Umilissimo, devotissimo, obbligatissimo Servo Franco Nicolò Luigi Parroco

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5 Commenti su San Felice 1803 – Lettera degli abusi morali commessi dalla popolazione

  1. Renzo Franciolini // 9 febbraio 2019 a 8:57 // Rispondi

    Invio le parole che ritengo corrette:
    Rev.mo, Prone= Padrone, Colmo=Colendissimo, serpeggiano, motteggi, le Reti e berrette, impedire, le suddette, sotto la stessa Pena, di maniera che, Umilissimo, devotissimo, obbligatissimo Servo Franco Nicolò Luigi Parroco. Non identificata una parola. Sentiamoci per migliorare la trascrizione

  2. Tiziana Gubbiotti // 9 febbraio 2019 a 15:05 // Rispondi

    “non la mai nessuno negato” sta per “non la (l’ha) mai nessuno usato (= osato)”

  3. Fabio Di Matteo // 9 febbraio 2019 a 16:08 // Rispondi

    Grazie per le correzioni Tiziana e Renzo, le abbiamo applicate al testo. Rimangono i punti in rosso da bonificare.

    • Renzo Franciolini // 9 febbraio 2019 a 18:20 // Rispondi

      Non è Luigi il parroco ma LUZI. I Luzi possono essere di Monterosso o di Felcioni. Mi riservo di controllare.

  4. Che eccentrici questi preti! Loro, dettare il comportamento ai parrocchiani. E specie i Gesuiti che di affari loschi (per essere gentili) in America Latina ne hanno perseguiti così tanti (si cerchi “Bartolomé de Las Casas”). Non so se Papa Francesco, gesuita pure lui, abbia mai chiesto ufficialmente scusa e fatto ammenda per quei suoi predecessori. Lui, che per farsi bello regala 10 aspiratori ai volontari anti-covid-19. Lui, che ha le casse piene di lingotti d’oro (la 2^ o la 3^ riserva mondiale di oro massiccio).

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